LE NUVOLE IN TERRA
ideazione e regia Angela Burico
Ricerca sonora Nicola Pedroni
Spettacolo per bambini dai 3 agli 8 anni
“Dominata da appetiti e incanti liberi dal senso e dalle conseguenze, prima dei “perché?” e degli “e poi?”, la misura del mondo dei bambini è tutta fatta di stupori e ripetizioni. Categorie come tradizione e ricerca, avanguardia e passato non hanno alcun valore e prevedere cosa stupirà l’infanzia è dato solo a uno sguardo attento e preciso. Raggiungere questo stupore è cosa difficilissima ed elementare, com’è poi sempre raggiungere l’esattezza”. Annalisa Sacchi
Di tutti i nostri modi di percepire, l’udito è insieme all’olfatto un senso “nascosto”, il suono arriva a noi anche se non scegliamo di ascoltare qualcosa.
Possiamo allontanarci per non toccare, possiamo chudere gli occhi, possiamo rifiutarci di mangiare ma, a meno di tapparci le orecchie, non possiamo escludere il suono del mondo.
Il mondo organizzato degli uomini è spesso il luogo del frastuono, il posto in cui le orecchie sono abbandonate a se stesse e spesso invase. Il luogo non abitato della Natura invece, anche se immerso in suoni confusi e fragiorosi, si esprime con un’armonia che nutre le orecchie e insegna loro i sentimenti: la gioia, la paura, la tristezza, la calma, l’attenzione.
Lo spettacolo prende spunto da alcuni racconti e dipinti orientali in cui l’essere umano non è in primo piano, e non è il dominatore ma con le sue azioni e sentimenti, fa parte del mondo. Attraverso l’uso di poche parole e piccoli dialoghi, il suono e l’immagine se pur artificiali si combinano ricercando quell’armonia che è propria del mondo naturale.
L’eroe si mette in viaggio in cerca di un filo che colleghi tutti i significati.
Scopre così che il mondo è un luogo dove camminare senza re e regine, il luogo in cui le cose si chiamano l’una con l’altra e si riconoscono.
Le piante nutrono, gli animali sono degli aiutanti, le montagne vanno verso il mare e le nuvole scendono a terra. Il coraggio e la paura vivono nella stessa capanna.
Nel grande cerchio la parola “IO” non è che un puntino.